Serradifalco e dintorni
Il centro della Sicilia è un isola nell’isola ,si trovano frammenti della nostra cultura sicula ,piccole speranze che possono far rinascere la cultura e le tradizioni che stanno scomparendo ,ormai nessuno riconosce più una varietà antica o di una razza selezionata dalla nostra gente per il nostro territorio ,una fastuchera impiantata 50 anni fa con sesti d’impianto regolari su un terreno sabbioso ,una sfida vinta dai nostri “viddrani” ,una varietà locale quella di Serradifalco che è stata il fiore all’occhiello della produzione mondiale .L’ultima battaglia del grano fu fatta in questo territorio , fu l’ultima volta che si senti la voce del “viddrano” .

Le nuove generazioni devono continuare la sfida iniziata con le riforme agrarie proprio nel centro Sicilia ,da sempre un territorio vocato all’agricoltura di alta qualità .
Pochi politici hanno creduto nel territorio dell’entroterra ,uno di questi fu l’onorevole Calogero Volpe un medico che ha creduto nella riforma agraria e si è battuto per il territorio del centro Sicilia ,uno dei pochi che ha valorizzato la sua azienda e fatto conoscere l’eccellenza dei suoi prodotti all’estero .

L’entroterra siciliano è naturalmente vocato per produzioni di nicchia e produzioni di alta qualità ,le caratteristiche pedoclimatiche del territorio ,con terreni molto salini e basici permettono la coltivazione di culture di cereali ,vini ,olio ecc di alta qualità . Un territorio dove il sole fa da padrone e gli alberi di alto fusto sono molto rari .
Un territorio dove il riverbero della luce solare crea un effetto molto particolare ,sfuma i colori della natura ,questo effetto particolare è impossibile vederlo in altre parti del mondo ,si crea grazie alla latitudine e grazie alle colline che sinuose fanno rimbalzare la luce nell’entroterra siciliano ,un effetto pittoresco che andrebbe valorizzato in tutto il suo essere .

Dal punto di vista geologico la zona di Serradifalco ,Mussomeli e Montedoro è molto interessante , si vedono le argille ,i gessi , le sabbie unirsi e fondersi per creare terreni di diverso colore con diverse sfumature ,una terra variegata anche nella sostanza .Interessante una collina a ridosso del ruscello Cerausi un ruscello che si unisce al Salito meridionale ,una zona dove ci sono innumerevoli fossili del pliocene superiore .In questa zona i grandi casali isolati come delle fortificazioni medievali fanno un certo effetto e sono state in passato un simbolo di autorità ,oggi quasi tutti in abbandono a causa della crisi agricola e dal non rinnovamento generazionale .
Le tradizioni popolari in molte zone si stanno rivalutando grazie al lavoro fatto da volontari che cominciano anche a ricercarle e a divulgarle ,un lavoro che si cerca nelle memorie storiche che sono gli anziani quasi centenari .Canti popolari ,storie passate ,miti e leggende diatribe di paese questa è la storia della nostra gente ,interessante notare come tra gli abitanti di Montedoro e di Serradifalco non ci sia mai avuto un buon rapporto di vicinato , un racconto popolare molto antico avvenuto nel ponte Gallo d’oro attraversato dall’omonimo fiume, ci racconta che in occasione di una festività fu prestata la madonna ai montedoresi per una settimana e che alla fine della settimana i serradifalchesi l’andarono a riprenderla , si incontrarono in quel ponte ,alla vista della madonna pare ci sia stato un serradifalchese esclamare “Cumpà ma un vi pari chiù magra ?” compare non vi sembra più magra ? come per dire che la madonna a Montedoro non sia stata trattata bene e da quel momento nasce una rissa che portò che è ancora viva nei ricordi .
Nel video una sintesi di una giornata trascorsa nel territorio di Serradifalco .
Ringraziamenti: Associazione Serra del Falco (Dott. Sergio Milazzo) ,la famiglia Volpe ,il Dott. Michele Ninfa la Dott.ssa Lucrezia Ferro.
meravigiosa giornata ..